La Libia è un paese molto bello e interessante. 
Sebbene si sia da tempo aperto al turismo, le regole per ottenere il visto cambiano in continuazione.
Ci sono varie agenzie italiane e libiche che organizzano tour della Tripolitania e giri nel deserto, il prezzo dipende dal livello di comodità che si vuole avere, tenendo in considerazione che in mezzo al deserto non esistono hotel a 4 stelle. 
Io ho viaggiato dal 23 dicembre 2006 al 6 gennaio 2007 con un gruppo di Avventure nel Mondo. 
A Ghadames, Ghat e lungo la costa si possono trovare delle buone sistemazioni a prezzi contenuti.
Nel deserto abbiamo dormito in tenda e utilizzato la cucina da campo. 
Abbiamo trovato quasi sempre il sole; la notte fa molto freddo e bisogna essere ben attrezzati con vestiti e sacco a pelo da alta montagna. 
Di giorno tirava spesso un vento gelido. 
Probabilmente il periodo migliore per visitare la Libia va da fine settembre a fine novembre.

TRIPOLI

tripoli

Tripoli ha una lunga storia, che mi guarderò bene dal ripercorrere in modo dettagliato. 
Nonostante non sia una meta imperdibile, secondo me vale la pena dedicarle almeno un giorno. Il periodo della colonizzazione italiana è evidente nella zona adiacente alla spaziosa Green Square, che conserva begli edifici dipinti di bianco e ampie strade.
Poco distanti si trovano il porto vivace e colorato, la fortezza restaurata e la caotica Medina. La fortezza ospita il Museo della Jamahiriya, allestimento moderno e interessante, con testimonianze che vanno dalla preistoria fino ai giorni nostri. 
Molto belli i mosaici e le statue della sezione romana. 
La Medina ospita negozi di souvenir e di generi vari, botteghe artigiane, moschee, bar, ristoranti… come tutte le Medine rappresenta un mondo vario e vitale, ad eccezione del venerdì, giorno dedicato alla preghiera, in cui la maggior parte delle attività commerciali è chiusa. E' possibile visitare le moschee (anche le donne possono entrare) se nessuno sta pregando.
Qua e là in lontananza si intravedono la Torre dedicata alla Rivoluzione e alcuni albergoni moderni, ma non abbiamo avuto tempo di esplorare anche la zona nuova.

LEPTIS E SABRATHA

leptis

Sabratha fu fondata dai Fenici nel VI secolo a.C. e fu per lungo tempo controllata da Cartagine.
Qui animali selvatici, avorio e schiavi provenienti dall'Africa partivano per i vari porti del Mediterraneo. 
La città rimase gravemente danneggiata dal terremoto del 365; fu poi ricostruita con un forte influsso romano nella friabile arenaria locale. 
Nel VI secolo fu invasa dai Vandali, liberata dai Bizantini e da essi ricostruita. 
Fu abbandonata dopo l'invasione araba nel VII secolo.

Leptis Magna fu costruita in solida roccia e resistette meglio di Sabratha ai terremoti.
Fondata dai Fenici ed amministrata da Cartagine, divenne romana nel 111 a.C..
Ebbe un notevole sviluppo sotto l'imperatore Traiano, ma conobbe un vero e proprio periodo d'oro nel III secolo d.C. grazie all'imperatore Settimio Severo, a cui aveva dato i natali. 
Come Sabratha fu abbandonata, sepolta dalla sabbia per mille anni e riscoperta nel secolo scorso.
Solo il 30% delle rovine è stato portato alla luce.

NALUT

nalut

Il qsar è un granaio fortezza utilizzato per conservare cereali, olio e altri prodotti.
Il termine qsar significa castello o palazzo. 
Tuttavia questa tradizionale costruzione berbera non serviva a scopi difensivi, ma per proteggere i raccolti da insetti, maltempo e attacchi di predoni. 
Per questo motivo i granai venivano costruiti su alture, con una struttura circolare. 
Le celle-magazzino erano disposte su più livelli, accessibili attraverso pioli infissi nelle pareti, scale di legno o argilla, carrucole.
I materiali impiegati per costruire (pietra e argilla) garantivano temperature costanti, in un luogo in cui l'escursione termica è notevole.
I granai più grandi appartenevano a mercanti e a famiglie ricche. 
Ogni famiglia possedeva un proprio magazzino e il guardiano conosceva tutte le proprietà.

La bellezza casuale di queste costruzioni, nate da esigenze estremamente pratiche, è notevole. 
I qsar meglio conservati si trovano a Kabaw e a Nalut, che distano un centinaio di chilometri da Tripoli.

GHADAMES

ghadames

L'antica città carovaniera di Ghadames sorge al centro di una grande oasi, proprio nel punto in cui si incontrano i confini di Tunisia, Algeria e Libia.
Per diversi secoli a Ghadames arrivavano le carovane che attraversavano il Sahara trasportando animali esotici, oro e avorio, spezie e schiavi. 
I mercanti di Ghadames acquistavano queste merci e le portavano ai mercati lungo la costa. 
I cittadini Berberi di Ghadames abbandonarono il paganesimo per convertirsi al Cristianesimo e quindi all'Islam, mano a mano che i vari conquistatori si succedevano in Libia.

Oggi esistono due Ghadames: la città nuova che si sviluppa al di fuori dell'oasi, e la città antica, che fa parte della lista dell'UNESCO World Heritage.
La città vecchia è completamente disabitata, ma le case appartengono ancora alle famiglie che le abitavano e vengono continuamente riparate.
Alcune case mantengono l'arredamento originale e si possono visitare.

IL DESERTO

acacus

Il deserto è, per sua stessa definizione, un luogo arido, con scarsissima vegetazione, alte temperature e bassa umidità.
Questo tipo di clima è causato dagli alisei, venti costanti e secchi, che rendono aride le zone tropicali.
La forte escursione termica e il vento sottopongono le rocce ad una costante erosione, che le riduce in ghiaia, sabbia e argilla. 
Il vento poi trasporta la sabbia nelle depressioni e fa emergere i materiali più grossi. In questo modo si formano i vari tipi di deserto: roccioso (hamadah), ciottoloso (sarir) e sabbioso (erg o ramlat).
Viaggiando nel Sahara libico si attraversano tutti questi tipi di deserto. 
L'erg di Ubari è meraviglioso, soprattutto nella zona in cui forma piccoli laghi salati circondati da oasi e dune altissime.
Un altro tratto estremamente panoramico è l'Acacus, dove le scure rocce basaltiche emergono dalla sabbia. 
Per raggiungere questi luoghi bisogna attraversare chilometri e chilometri di piatti altipiani, percorrendo piste quasi invisibili tra ciottoli appuntiti. 
Per ore capita di non vedere altro che cespugli secchi, piccoli insediamenti vicino a impianti petroliferi o gasdotti, sparuti gruppi di dromedari.

ARTE RUPESTRE

arte

Nell'Acacus e nel Wadi Methkandoush si trova un'imponente collezione di pitture rupestri e di graffiti, suddivise in cinque grandi periodi.
La prima è la fase della “Grande fauna selvaggia” e va dai 12 mila ai 10 mila anni fa. È caratterizzata da graffiti che raffigurano elefanti, giraffe e rinoceronti, che esorcizzavano la paura dei cacciatori.
La fase delle "Teste rotonde" si colloca tra i 10 mila e gli 8 mila anni fa; deve il suo nome al modo in cui venivano rappresentate le teste umane.
La fase "Pastorale" inizia 8 mila anni fa, quando nel Sahara si cominciano a praticare l’allevamento e l’agricoltura. Nell'Acacus ci sono numerose pitture in questo stile. 
Intorno al 2000 a.C. diverse aree della Libia sono ormai inospitali. Si afferma la fase detta "Cavallino", per la frequente raffigurazione di cavalli, che spesso trainano un carro.
La fase del "Camelino" ha inizio circa 2000 anni fa ed è caratterizzata dall’unico animale in grado di sopravvivere nel Sahara e di essere utile alla popolazione. A causa della desertificazione i luoghi dell’arte rupestre vengono abbandonati, per giungere intatti fino ai giorni nostri.

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