I colonialisti francesi chiamavano la Mauritania "Le Grand Vide", il grande nulla. 
Ho viaggiato in questo nulla nel dicembre 2000 con il Gruppo Fontana di Avventure nel Mondo… e non è stato poi così male!

In Mauritania si può viaggiare per pochi mesi all'anno, nel periodo invernale: di giorno fa caldo, ma non oltre i 30/35 gradi.
Di notte c'è una notevole escursione termica, ma raramente si scende sotto lo zero. 
E' ovvio che questo viaggio richiede un po' di adattamento. 
Nelle città si trovano sistemazioni più o meno spartane, ma nel deserto è necessario dormire in tenda. 
L'acqua è un bene prezioso e di conseguenza farsi una doccia è un lusso.

Durante questo viaggio abbiamo percorso circa 2800 km. 
Ci sono molti tratti asfaltati anche di recente: questo priva il viaggiatore del gusto di percorrere il deserto sulle piste, ma accellera parecchio l'andatura.
Per fare questo viaggio sono stati utilizzati dei fuoristrada 4×4 con ottimi autisti.
Le principali mete turistiche si trovano nell'Adrar: Atar, Chinguetti, Ouadane, Tirjit. Molti Francesi a Natale arrivavano con voli charter a Chinguetti e Atar, volando da Marsiglia e Parigi. 
Noi invece abbiamo fatto un giro assurdo, partendo da Dakhar in Senegal.

NOUAKCHOTT

capitale

Nouakchott non può essere certo definita una bella città. 
Nonostante i viali alberati del centro, qualche hotel e le moschee il suo aspetto è piuttosto polveroso. 
Fondata nel 1960 dopo il raggiungimento dell'indipendenza è una delle capitali più "giovani" del mondo. 
Il problema è che la città fu progettata per un numero ristretto di abitanti, mentre oggi ci vive circa un quarto della popolazione del paese. 
Del resto il grave problema della siccità ha spinto molti nomadi ad abbandonare la vita nel deserto e a cercare fortuna nelle città. 

Il luogo più interessante di Nouakchott è il Port de Peche, soprattutto tra le 16 e le 17, quando le barche cominciano a rientrare con la pesca della giornata. 
La spiaggia è incredibilmente animata e appena arriva una barca comincia un su è giù di giovani che portano secchi e casse di pesce.
Un altro luogo interessante è il Grand Marché, dove si può trovare un po' di tutto.
Sulle balaustre delle case che circondano e ospitano il mercato lavorano gli artigiani, come i parrucchieri, i sarti, le ragazze che preparano i tessuti per la tintura.

ADRAR

adrar

L'Adrar… zona di passaggio delle antiche carovane che portavano il sale da nord verso sud… plateau rocciosi bruciati dal sole, ampi wadi di sabbia bianca, profondi canyon scavati nelle rocce scure, dune modellate dal vento del deserto e oasi con palme altissime… questo è l'Adrar secondo la descrittiva colorita e romantica della guida in francese che ci leggeva il nostro capogruppo. 
Un po' più realisticamente definirei questa parte del Deserto del Sahara (nonchè meta principale del nostro viaggio) un luogo mutevole, con paesaggi talvolta molto suggestivi, spesso estremamente desolati e monotoni. 
Poi, nel bel mezzo del nulla, capita di incontrare una carovana di dromedari, una falesia, un fortino francese, un'oasi, un accampamento nomade, un sito con antichi graffiti, un villaggio, che rompono la monotonia e la desolazione e scuotono il viaggiatore dal torpore indotto da ore e ore di fuoristrada, costringendolo a scendere dall'auto e a sgranchirsi le gambe. 

Una delle particolarità del deserto dell'Adrar è il Guelb er Richat, una strana struttura rocciosa situata a circa due ore a nord-est di Ouadane. 
oichè è ben visibile dallo spazio, è stato soprannominato "l'occhio d'Africa". 
Inizialmente si pensò potesse trattarsi di un cratere, formatosi in seguito ad un'eruzione vulcanica o all'impatto di un meteorite. 
Tuttavia analisi più approfondite hanno scartato queste ipotesi. 
Attualmente si pensa che questo anello di 40 km di diametro sia stato causato da un'intrusione di magma in una roccia sedimentaria molto antica.
Un lunghissimo processo di erosione avrebbe fatto il resto, ma rimane comunque un mistero la forma a cerchi concentrici che lo rende così particolare. 
Nella foto satellitare le rocce appaiono chiare, mentre le valli interne appaiono scure, perchè la sabbia che le ricopre assorbe le onde radar.
Al suo interno il Guelb er Richat offre un paesaggio lunare, decisamente desolato. 
Poichè emerge per circa 200 metri è piuttosto facile "scalare" le pareti di roccia e sabbia e godere dall'alto di una panoramica più vasta, anche se non si ha chiaramente la percezione della sua strana forma ad anelli concentrici. 
Proprio al centro del cratere si trova un albergo di tende, che offre la possibilità di dormire in uno dei luoghi più sperduti che abbia mai visto. 

Tutte le città dell'Adrar, come Chinguetti, Ouadane e Atar sorgono su grandi oasi e sono circondate da palmeti.
Le grandi palme da dattero con le chiome verde scuro creano un contrasto spettacolare con i colori del deserto e delle città costruite in adobe o in pietra. 
L'oasi più popolare dell'Adrar è Terjit, a circa 60 km a sud di Atar. 
Subito dopo il villaggio si entra in un palmeto fittissimo, dove si trovano un albergo di tende e vasche naturali di acqua dolce. 
L'oasi El Magder richiede invece una deviazione dalla pista che collega Chinguetti e Ouadane. E' più difficile da raggiungere per le condizioni della strada, ma è molto bella per i colori del paesaggio e per la limpidezza dell'acqua. 
L'oasi di Taneuchert, tra Chinguetti e Ouadane, è ormai disabitata, a parte in alcune occasioni, come il periodo della raccolta dei datteri.
Sullo sfondo si trovano i Monti Heirour e all'uscita dell'oasi si entra in una zona di dune di sabbia. 

Graffiti e pitture rupestri sono le testimonianze di un passato lontano, quando in Mauritania scorrevano fiumi e ruscelli, c'erano pascoli al posto delle dune e circolavano animali come le giraffe. 
I pastori salivano sulle rocce per controllare il bestiame e contemporaneamente sviluppavano questo forma di arte primitiva.
Le pitture rupestri si trovano quindi nelle oasi e lungo i wadi, i letti ormai secchi di fiumi antichissimi.
Nell'Adrar ci sono diversi siti, ma probabilmente il più visitato e "organizzato", nel senso che è a pagamento, è il Site d'Agrour, nei pressi del Passo d'Amogjar, dove si può ammirare una bellissima giraffa. 
Nel Wadi Chouk, nei pressi di Ouadane, e nell'oasi El Magder si trovano diversi graffiti ben conservati. 

La storia della Mauritania racconta di guerre tra nomadi, della necessità di difendere le città dagli attacchi dei predoni, di conquiste da parte di colonizzatori Portoghesi e Francesi. 
E' naturale quindi incontrare piccole fortificazioni o i ruderi di esse in giro per l'Adrar. 
Ouadane, ad esempio, anticamente era una città fortificata, perchè doveva proteggersi dalle incursioni dei predoni del deserto. Oggi purtroppo rimangono solo i ruderi da visitare. 
Il Fort d'Agouedir, nei pressi del Guelb er Richat, secondo alcuni è un forte portoghese costruito alla fine del XV secolo. 
E' costruito in adobe e le torrette hanno una strana forma a cono. 
"Le Poste Claudel", il forte francese di Chinguetti, fu costruito nel 1919 e si trova nel cuore della città nuova. 
E' stato ristrutturato e trasformato in un albergo, con prezzi decisamente abbordabili. 

Il forte più famoso è senza dubbio Fort Saganne, ma si tratta di un falso. 
Fu costruito nel 1984 per girare l'omonimo film di Alain Corneau, che vantava tra i protagonisti Gérard Depardieu e Sophie Marceau. 
E' situato nei pressi del Passo d'Amogjar, una delle zone più spettacolari dell'Adrar ed è già così diroccato da sembrare vero. 
E' impossibile visitare l'Adrar senza farsi scattare una foto nell'arco del forte, in ricordo di questo luogo che ospitò la storia (sebbene immaginaria) di un luogotenente francese e della sua bella. 

ATAR, CHINGUETTI E OUADANE

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Le antiche città carovaniere di Chinguetti, Ouadan e Atar sono tra i luoghi più visitati del deserto dell'Adrar. 

Atar è la città principale e il più importante centro commerciale dell'Adrar. 
Si trova nel cosiddetto "pays de la pierre", un luogo bruciato dall'impietoso sole sahariano, che in estate supera facilmente i 40 gradi.
Passaggio obbligato per le carovane che collegavano il nord e il sud, Atar fu fondata nel XVII secolo e sostituì poco a poco il ruolo commerciale di Chinguetti e Ouadane. 

Durante l'epoca coloniale fu la principale base militare francese e nei primi anni dell'indipendenza si candidò come possibile capitale.
In seguito i problemi di siccità e la crisi economica ne hanno frenato notevolmente lo sviluppo. 
Atar non ha certo il fascino di Chinguetti e Ouadane, ma i dintorni offrono diverse possibilità di escursioni ed è quindi una buona base di partenza, come testimoniano le piccole agenzie turistiche e i numerosi negozietti di artigianato. 
La parte più interessante della città è senza dubbio il mercato, frequentato dai nomadi Mauri, che vengono a vendere il bestiame e ad acquistare un po' di tutto. 

Chinguetti è la settima città santa dell'islam.
Ha un fascino particolare, che ne fa il luogo più visitato della Mauritania. 
E' circondata da bellissime dune ed è divisa nettamente in due parti da uno wadi, il letto ormai asciutto di un antico torrente. 
Nella parte vecchia, i cui edifici hanno più di 700 anni, si trova la biblioteca, che contiene circa 1300 antichissimi manoscritti.
Il monumento principale è la moschea del XIV secolo, al cui interno sono ammessi solo i musulmani e che è divenuta il simbolo della Mauritania. 
Nella parte nuova si trovano il mercato e il vecchio forte, ormai trasformato in hotel. 
Attorno all'oasi di Chinguetti sorgono numerose capanne e tende di nomadi, che vivono principalmente della pastorizia e della raccolta dei datteri. 

Ouadane fu fondata nel 1147 da una tribù berbera e per molto tempo fu l'ultimo luogo in cui sostavano le carovane di sale, oro e merci varie prima di affrontare la traversata del Sahara fino al nord della Mauritania.
Soggetta a continui attacchi dei predoni del deserto, era stata costruita come una fortezza, su un dirupo che domina un'oasi ancora oggi circondata da palme. 
Oggi non restano che edifici in rovina, che hanno comunque un loro fascino. 
Un piccolo museo e una biblioteca sono in allestimento e raccolgono oggetti legati alla civiltà nomade e antichi manoscritti.

BANC D'ARGUIN

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Il Parco Nazionale del Banc d'Arguin, istituito negli anni '70, è una vasta area della costa settentrionale della Mauritania. 
Le dune del deserto del Sahara arrivano fino all'Oceano Atlantico, creando un contrasto spettacolare tra la sabbia chiara e il mare blu.
Il modo migliore per raggiungere questa zona è viaggiare sulla battigia durante la bassa marea, con le onde dell'oceano che lambiscono le ruote del fuoristrada, spaventando i gabbiani e i pellicani che pascolano sulla riva del mare.
Il Banc d'Arguin è un paradiso per migliaia di uccelli marini dell'emisfero australe e boreale, come cormorani, pellicani, gabbiani e fenicotteri.
Tutti questi uccelli migratori si radunano qui per svernare, perchè è uno dei tratti più pescosi dell'Atlantico. 
Nel Banc d'Arguin si trovano otto villaggi di pescatori Imraguen. 
I Mauri, essendo nomadi, non hanno mai praticato la pesca. Gli Imraguen si stabilirono qui anticamente e ancora oggi utilizzano tradizionali tecniche di pesca, nonostante siano molto meno produttive di quelle moderne.
E' possibile visitare il Banc d'Arguin con le barche dei pescatori, che si noleggiano all'ingresso del Parco.

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