Agnone è un borgo in provincia di Isernia, nell’Alto Molise.
Sorge in una posizione molto panoramica, lungo uno sperone di roccia tra le montagne del Sannio, ad 840 metri di altezza.
Lungo le strette e tortuose viuzze si trovavano un tempo le botteghe degli artigiani del rame e del ferro battuto.
Agnone è famosa anche per l’antica fonderia pontificia della campane Marinelli, dove da secoli si producono campane per le più prestigiose chiese del mondo.
Annesso alla fonderia c’è un piccolo e interessante museo con un filmato sulla produzione delle campane e un’esposizione di calchi, attrezzi e modelli.

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Ogni anno ad Agnone si svolge la ‘ndocciata.

La ‘ndocciata è una festa antichissima, che trae origine dagli antichi riti solstiziali di origine pre-cristiana.
Queste feste si celebravano nel periodo del solstizio d’inverno, quando le giornate diventano sempre più corte, ed avevano lo scopo di evocare la potenza del sole, fonte di vita per la terra.
Più tardi questi riti assunsero anche una valenza purificatrice: il fuoco sanava ogni male e distruggeva ogni influenza dannosa.

La Chiesa cristiana inglobò queste usanze e la ‘ndocciata divenne una manifestazione della fede popolare e della devozione a Cristo, simbolo di luce e di purificazione dal male.
La ‘ndocciata si svolge ogni anno la sera della vigilia di Natale.
La manifestazione deve il suo nome alle ‘ndocce, gigantesche torce fatte con legno d’abete bianco, ginestre secche, spago per dare al tutto una forma compatta
La ‘ndoccia può raggiungere i tre/quattro metri d’altezza e deve ardere e scoppiettare vistosamente.

La ‘ndocciata inizia verso le 18 del 24 dicembre, con i gruppi delle cinque contrade del paese, che sfilano in abiti tradizionali. 
Dopo i figuranti, al suono del campanone di Sant’Antonio, i gruppi incendiano le ‘ndocce e si dirigono verso il centro del paese. 
Prima sfilano le ‘ndocce più piccole, spesso trasportate da ragazzini. Per ultime sfilano quelle più imponenti, formate da più di 10 roce, trasportate anche da due persone.
Il corso principale del paese si trasforma in un vero e proprio fiume di fuoco.
Portare le ‘ndocce richiede molta forza e una certa pratica, perchè sono pesanti e pericolose. I più forzuti riescono a girare su se stessi di tanto in tanto, suscitando applausi e incoraggiamento da parte del pubblico.
Alla fine della sfilata tutte le ‘ndocce vengono ammontichiate a formare un unico immenso rogo, il “falò della fratellanza”, che ha un alto valore simbolico e religioso.
Al termine della sfilata si svolge una rappresentazione della natività, ispirata ai temi d’attualità, mentre negli androni delle case antiche è possibile visitare i presepi tipici.

Una “Mostra della ‘ndocciata” che illustra le fasi alla costruzione delle grosse fiaccole e storia e momenti della ‘ndocciata è allestita in uno dei più antichi palazzi del centro storico.

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