Quando ero bambina (non molti anni fa), i miei genitori visitarono questa parte dell'India.
Ascoltando i loro racconti e guardando le diapositive del viaggio, decisi che un giorno anch'io avrei visto le grotte di Ellora ed Ajantha.
E il 25 dicembre 2013 ero proprio lì!

L'India sta attraversando una fase di rapido sviluppo e, ogni volta che si torna, appaiono evidenti i cambiamenti. 
Le strade sono ben asfaltate, anche se sono trafficatissime e gli Indiani guidano come pazzi.
In qualsiasi luogo è facile cambiare gli euro o prelevare dagli ATM, trovare mezzi pubblici o privati, alloggiare in un hotel decoroso e fare un buon pasto. 
Senza parlare dell'abbondanza di souvenir a prezzi più che ragionevoli.
Questo itinerario è ideale: dopo alcuni giorni dedicati a scarpinare tra le rovine e i ruderi di antichi luoghi sorici e di culto, si parte per il mare, per abbronzarsi e rilassarsi prima di tornare a casa, dove l'inverno è al suo massimo.

Si consiglia caldamente di inserire un matrimonio indiano nel programma di viaggio. Ecco come fare: appena si incappa in un gruppo di persone estremamente eleganti che ballano per strada, si attacca bottone con un invitato evidentemente illustre e, appena parte l'invito a fare la foto con gli sposi e a mangiare al buffet, si accetta con la migliore faccia di bronzo.

MUMBAI

mumbai

Che dire di Mumbai?
Uscendo dall'aeroporto alle 8 del mattino, la città accoglie il turista con un bel caldo umido e un traffico allucinante.
Del resto, cosa ci si può aspettare quando si attraversa una città con 17 milioni di abitanti? Di certo non la quiete surreale di un giardino Zen!

Il tragitto a passo d'uomo dall'aeroporto all'hotel, tra il concerto di clacson e l'aria irrespirabile, lascia una traccia indelebile nella memoria. 
L'autista vi proporrà di pagare poche rupie per aver accesso al futuristico ponte sospeso, che taglia fuori il traffico di tuk tuk, taxi e motorini e fa risparmiare almeno un'ora di tortura. Accettate!

Il centro di Mumbai, lungo una penisola ventilata, è ricco di monumenti, palazzi coloniali, giardini e mercati. Si può passeggiare per qualche ora tra Colaba e Fort, poi prendere un taxi per la spiaggia di Chowpatty. Lì, circondati da famiglie e gruppi di ragazzini, si assiste alla sfilata dei venditori di bhelpuri e al tramonto.

La sera, in un ristorante "pure veg", ordinate il tali, un mix di assaggi che di certo diventerà il leitmotiv delle vostre cene indiane.

ELLORA E AJANTA

ajanta

Aurangabad è il punto di partenza ideale per visitare i centri religiosi di Ellora e Ajanta, tutelati dall'UNESCO.
Ad Aurangabad si può visitare un monumento curioso: la copia povera del Taj Mahal di Agra, commissionato dal sovrano Aurangzeb, ma costruito in materiali meno pregiati.
Le grotte di Ajanta, scavate e scolpite nella roccia tra il II e il VI secolo, erano dedicate principalamente al culto buddhista, come testimoniano le numerose statue e pitture del Buddha.
Il sito archeologico, formato da 30 stanze che si snodano lungo una gola, è rallegrato dai colorati visitatori indiani e dai portatori di sedie, disponibili per chi non riesce a sopportare il duro lavoro del turista.
Ad Ellora le grotte sono ben 34, un mix di templi buddhisti, induiti e giainisti, tra i quali emerge il capolavoro assoluto, lo straordinario Kailasa Temple. 
Nei pressi di Aurangabad si trova la fortezza di Daulatabad, in cui l'eccentrico sultano Mohammed Tughlaq fece trasferire l'intera popolazione di Delhi nel XIV secolo, per poi riportare tutti a Delhi, quando ci si accorse che le risorse idriche erano insufficienti.

BIJAPUR

bijapur

A un turista distratto, Bijapur può sembrare semplicemente il luogo opportuno dove sostare per una notte, lungo il percorso da Aurangabad ad Hampi.
In realtà Bijapur è un luogo ineressante, citato dalla Lonely Planet come "un affascinante museo all'aperto", che conobbe il periodo di massimo splendore sotto la dominazione musulmana circa sei secoli fa.
Il principale monumento di Bijapur è un imponente mausoleo del 1659, che si chiama Golgumbaz.
Il suono esotico di questa parola sembra preannunciare qualcosa di estroso e inconsueto.
In effetti si tratta di un edificio notevole, circondato da giardini ben curati.
All'ultimo piano si trova la "galleria dei bisbigli": l'acustica perfetta dovrebbe permettere di sentire una parola sussurrata all'estremo opposto dell'enorme cupola.
Attualmente è impossibile verificare la veridicità di questa affermazione: per i numerosi ragazzini indiani che affollano il luogo, la parola "bisbiglio" ha lo stesso significato di "urlare a squarciagola".
Il secondo monumento di Bijapur è Ibrahim Rouza, mausoleo della regina Taj Sultana, risalente al XVII secolo.

HAMPI

hampi

Hampi merita davvero di far parte dei monumenti tutelati dall'UNESCO.
Giganteschi blocchi di granito, foreste di palme, piantagioni di banane e risaie fanno da sfondo alle rovine dell’ultimo grande regno hindu dei governanti Vijayanagara, risalente al XVI.
Il modo migliore per visitare Hampi, secondo la Bibbia del viaggiatore Lonely Planet, è quello di lasciarsi andare all'atmosfera un po' fricchettona del luogo e trascorrervi almeno una settimana.
Per quelli come noi, che sono sempre di corsa o subiscono il fascino (discutibile) delle vicine spiagge del Goa, sono sufficienti un paio di giorni e un tuk tuk per visitare TUTTE le rovine.
Il continuo salire e scendere dal tuk tuk e le spiegazioni prolisse dell'autista/guida, che tenta (inutilmente) di appassionarvi alle complesse avventure del Ramayana, possono spingervi ad abbandonare l'impresa e a rifugiarvi al ristorante Mango Tree.
Tuttavia, se si è fortunati, si può incappare nel set di un film di Bollywood, allestito all'interno di un tempio pluricentenario.
La stanchezza del viaggiatore scivola via e si viene inevitabilmente coinvolti dalle riprese.

GOA

goa

Goa… quante volte abbiamo sentito nominare questo luogo?
La cosa inaspettata è che non si va A Goa, ma NEL Goa, perchè è uno stato!
Si tratta dello stato più piccolo dell'India, che per la sua storia di ex colonia portoghese, per la presenza di molti cattolici e per racimolare soldi, consente lo smercio e il consumo di alcol legalmente e, se non si dà nell'occhio, anche lo smercio e il consumo di qualsiasi tipo di droga.
Questa politica di tolleranza attira nel Goa numerosi turisti da tutto il mondo (ultimamente furoreggiano i Russi) e anche dall'India stessa.
Sebbene le spiagge non siano eccezionali, i locali sulle spiagge sono adorabili. Se si consuma qualcosa al bar o al ristorante, l'uso dell'ombrellone sbiadito e del comodo lettino è gratuito.
Da non perdere: il giro storico-culturale di Old Goa e Panjim e il mercato del mercoledì ad Anjuna, dove si trova davvero di tutto, anche i vestiti di Desigual!
Se festeggiate il Capodanno sulle spiagge affollate del Goa, fate molta attenzione al portafoglio: la possibilità di essere borseggiati è alta!

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