Il Marocco è un paese ricco di storia, arte e artigianato. Il mare, il deserto e la catena dell'Atlante offrono paesaggi incantevoli.
Ho viaggiato in Marocco per due settimane nell'aprile 2001 con il gruppo Gioetto, poi ci sono tornata con la mia amica Titti nel 2010, utilizzando i voli della Ryan Air per Tangeri.

Nel 2001 abbiamo utilizzato delle auto a noleggio della EuropCar (Fiat Uno, Peugeot 205, Fiat Palio) abbastanza scassate e abbiamo percorso circa 2300 km.
Le strade marocchine erano per lo più in buono stato e non c'era molto traffico. 
Da Erfoud a Marzouga abbiamo percorso una pista non asfaltata, che aveva qualche brevissimo tratto sabbioso.
Per raggiungere la Valle delle Rose, nei dintorni di El-Kelaa M'Gouna, si percorre un altro tratto sterrato abbastanza brutto ma accessibile, con un po' di aiuto da parte della nostra guida, anche a mezzi come i nostri.
A parte qualche rischio di foratura, non abbiamo incontrato particolari difficoltà.
In ogni città c'erano distributori di benzina.

Nel 2010 io e la Titti ci siamo mosse in taxi, pullman di linea e treno, il mio mezzo di trasporto preferto. Rispetto al 2001 non ho riscontrato chissà quali cambiamenti, a parte il fatto che molti bellissimi riad sono stati ristrutturati e fanno servizio di B&B.

RABAT

rabat1

Rabat è la capitale politica e amministrativa del Marocco.
Sorge lungo la foce dell'uadi Bou Regreg, che la divide da Salè, anche se ormai le due città formano un unico agglomerato.
Insediamenti cartaginesi, romani e berberi si succedettero in questo luogo, finchè nel XII secolo il sovrano almohade Yacoub el-Mansour decise di farne la sua capitale.
Fece costruire la vasta cinta muraria, ancora oggi ben conservata, fortificò la zona della kasba e cominciò un progetto ambiziosissimo: la costruzione di una grande moschea.
Purtroppo quest'opera è rimasta incompiuta e la torre Hassan ne è l'unica testimonianza. 
Rabat ebbe un lungo periodo di declino fino al XVII secolo, quando i Mori di Spagna, cacciati dai re cattolici, trovarono rifugio nella medina di Salè. 

In pochi anni essi fondarono una piccola repubblica governata da un caid e le cui risorse economiche si basavano sulla pirateria, prima contro i vascelli spagnoli e portoghesi, poi contro quelli di ogni nazionalità. 
Questa situazione andò avanti tra alti e bassi fino al XIX secolo. 
Durante il periodo coloniale, i Francesi scelsero Rabat come loro sede perchè facilmente raggiungibile dalle navi da guerra.
La decisione del sultano Moulay Youssef di trasferirsi anche lui a Rabat decretò definitivamente la sua designazione a capitale del Marocco.

Rabat è una città con ampi viali e grandi spazi verdi, ville coloniali che ospitano le ambasciate e musei.
Queste opere sono ovviamente legate al suo status di capitale.
La medina non è grande e animata come quella di Fès o Marrakesh, ma vale la pena visitarla e i negozianti non sono assillanti! 
La kasba degli Oudaia sorge su uno sperone roccioso che domina la foce del Bou Regreg. 
Le case bianche con le porte e le finestre azzurre ricordano tantissimo le cittadine andaluse; vale la pena fermarsi al Café Maure, dalla cui terrazza si gode di una bella vista sulla kasba e su Salè. 

Non lontano dalla medina, su un'altura, sorge la torre Hassan, gemella incompiuta della Giralda di Siviglia e della Koutoubia di Marrakesh.
E' alta 44 metri, ma avrebbe dovuto misurarne almeno il doppio. 
Intorno sorgono le colonne di quella che avrebbe dovuto essere, se ultimata, una delle più grandi moschee del mondo islamico.
Proprio di fronte alla torre sorge il Mausoleo di Mohammed V e Hassan II, un bel complesso terminato nel 1971, che ospita i sarcofagi dei due grandi sovrani marocchini.
L'intera area è stata restaurata e ripavimentata ed è presidiata dalle guardie reali a cavallo.

MEKNES

meknes1

La tribù berbera dei Meknassa fondò anticamente la città di Meknès sul fiume Boukefrane, in una zona prospera grazie alla coltivazione di olivi, legumi e fichi.
Durante i regni degli Almoravidi, Almohadi, Merinidi e Sadiani, Meknès conobbe periodi alterni di declino e rinascita: fu saccheggiata, distrutta e ricostruita. 

Il periodo di massimo splendore lo conobbe con il sultano alauita Moulay Ismail, che alla fine del 1600 ne fece la propria capitale. 
Reclutò operai e schiavi per erigere monumenti grandiosi: mura, bastioni, porte, granai, scuderie e un immenso palazzo che ospitava il suo gigantesco harem. 
Si racconta infatti che avesse circa 500 tra mogli e concubine e più di 800 figli! 
Dopo la sua morte Meknès conobbe un rapido declino, perdendo il ruolo di capitale, che fu trasferita a Fès e a Marrakesh. 

Meknès si gira bene in una giornata.
E' divisa in tre parti: l'antica e vasta città imperiale, di cui rimangono solo le rovine; la medina, circondata dalle mura ben conservate e dove si trovano alcuni monumenti (moschee, mederse, fontane) e i souk molto animati; la città nuova, che non ha nessun interesse artistico e culturale.

Nei dintorni di Meknès si possono visitare Moulay Idriss e Volubilis. 
Moulay Idriss è la città santa, che prende il nome dal grande marabout e capostipite della prima dinastia araba del Marocco, che qui iniziò le proprie predicazioni.
La città santa vera e propria non è ovviamente accessibile ai turisti, ma il paese offre una bella vista, tutto bianco e arroccato su uno sperone roccioso. 

Volubilis merita decisamente una visita.
E' il principale sito archeologico del Marocco ed è costituito dalle rovine archeologiche di un'antica città romana, che sorse e prosperò sopratutto grazie alla produzione e al commercio dell'olio d'oliva.
I manufatti e i reperti ritrovati sono custoditi a Rabat, mentre sono stati lasciati i bellissimi mosaici.
Per visitare il sito si segue un percorso ben segnalato, che richiede circa due ore.

FES

fes1

Fès è la città imperiale più antica ed è probabilmente quella che ha mantenuto più forte e intatto l'aspetto di città islamica. 
Salendo alle due necropoli merinide si può godere di un bel panorama della città, una fitta distesa di case bianche, tra cui spiccano i tetti verdi delle moschee e svettano i minareti. 

Fu fondata nel 791 da Idriss I e sorge su un fiume che ha preso il nome dalla città stessa: lo ouadi Fès. 
Sotto il dominio degli Almoravidi e degli Almohadi perse il suo ruolo di capitale, ma continuò comunque il suo sviluppo, mantenendo il ruolo di città d'arte e di cultura. 

Con la conquista del Marocco da parte dei Merinidi nel 1250, Fès tornò ad essere la capitale. 
Poichè era insufficiente a contenere le guarnigioni e la corte, vicino alla città vecchia o Fès-el-Bali fu costruita la città nuova o Fès-el-Jédid. 
Ancora oggi, all'interno dell'imponente cinta muraria lunga circa 15 km, Fès mantiene questa divisione: a sudovest si sviluppa Fès-el-Jédid, con il grande palazzo reale, tuttora una delle sedi dei sovrani marocchini, e la mellah, l'antico quartiere ebraico. 

A nordest si sviluppa Fès-el-Bali, con la sua intricata medina, suddivisa nei vari quartieri, ciascuno con la sua medersa e la sua moschea. 

Il quartiere più noto e più "scenografico" è sicuramente quello dei conciatori Chouara.
Le grandi vasche rotonde sono riempite di mille colori, dentro cui vengono immerse le pelli da tingere, secondo un procedimento piuttosto lungo e complesso. 
Alcuni palazzi intorno alla zona delle vasche sono dei grandi empori dell'artigianato della pelle e dai loro terrazzi è possibile avere uno sguardo d'insieme e fare delle bellissime foto: naturalmente bisogna prima e dopo attraversare il negozio e subire gli attacchi dei commessi, ma ne vale la pena!
L'odore della conceria è decisamente forte, ma secondo me sopportabile; se proprio lo si trova irrespirabile basta chiedere un rametto di menta profumata da "sniffare" durante la visita. 

Nel periodo coloniale i Francesi fondarono la città nuova, secondo i criteri urbanistici occidentali.
Qui si trovano molti alberghi e ristoranti moderni, che però non hanno il fascino di quelli nella città antica.

MARRAKESH

marrakech1

Se Fès colpisce per il suo carattere arabo e per le sue tradizioni, Marrakech colpisce per il suo carattere berbero e internazionale al tempo stesso. 
Vi si respira quell'aria vivace e cosmopolita ma anche un po' "folcloristica" che è propria dei luoghi fortemente turistici. 
Marrakech infatti è il luogo più visitato del Marocco e se ne ha un'idea precisa passeggiando nella grande Piazza Jemaa el-Fna, punto d'incontro privilegiato dei visitatori europei, americani e giapponesi. 

L'importanza di Marrakech nella storia del Marocco è notevole, se non altro perchè è da essa che deriva il nome del paese.
La città conobbe un periodo di grande splendore sotto il dominio almoravide e almohade. 
Già a quel tempo si pose in competizione con Fès, con la quale si contese a lungo il ruolo di capitale dell'impero. 

La visita della città richiede almeno un giorno e mezzo. 
Il centro è costituito dalla Piazza Jemaa el-Fna, un luogo che cambia il proprio ruolo nell'arco della giornata: la mattina è attraversata dal traffico cittadino; nel pomeriggio è gremita dai turisti che si aggirano tra gli incantatori di serpenti, gli acrobati e i danzatori; la sera diventa un ristorante all'aperto, con gli stand che cucinano di tutto, dagli spiedini al tajin. Lungo il perimetro della piazza i venditori di succo d'arancia spremono quintali di agrumi ogni giorno, mentre i terrazzi dei caffè sono gremiti dai turisti che preferiscono osservare lo spettacolo dall'alto.

A pochi passi dalla piazza sorge imponente e ottimamente conservata la Moschea della Koutoubia del XII secolo, con il grande minareto almohade, ancora più antico della Giralda di Siviglia e della Torre Hassan di Rabat. 
Procedendo verso sud si raggiungono la Moschea della Kasbah e le Tombe sadiane: la necropoli custodisce le tombe di sovrani e uomini della corte sadiana.
Gli interni dei mausolei ripropongono la tradizionale decorazione in tre fasce: in basso le piastrelle smaltate e colorate, al centro gli arabeschi in gesso, in alto il cedro scolpito.
Continuando il giro vale la pena di visitare il Palazzo della Bahia, costruito alla fine dell'800 da un Gran Visir molto ambizioso.

Intorno alla Piazza Jemaa el-Fna si sviluppa la medina, con i suoi souk pieni di gente, di negozi e di commessi istruiti ad attirare ed assillare i turisti! I più interessanti e colorati sono i souk dei tintori e dei conciatori. 
Al centro della medina si trova la bellissima medersa Ben Youssef.
Sempre dalla Piazza Jemaa el-Fna è possibile noleggiare una carrozzella e fare il giro delle mura, tra le più imponenti e meglio conservate del Marocco, che si sviluppano tutto intorno alla medina per circa 12 km.

DESERTO

merz

Vedere il tramonto e l'alba sulle dune è stato uno dei momenti più belli di questo viaggio.
A Erfoud abbiamo lasciato la strada asfaltata e guidato per un paio d'ore ssu una pista battuta fino a Merzouga, dove inizia uno spettacolare tratto di dune di sabbia. Merzouga è la base di partenza di chi vuole addentrarsi nel deserto a piedi o a dorso di dromedario. 
Ci sono diverse possibilità di alloggio e di noleggio di guide e dromedari presso i numerosi alberghi, che sembrano dei fortini della Legione straniera. 
In due o tre ore a dorso di cammello o a piedi abbiamo raggiunto l'oasi di Oberà, dove abbiamo cenato e dormito in una grande tenda, tutto organizzato dai berberi che gestiscono questo piccolo business.
Per chi ha tempo e va matto per le dune si possono organizzare anche tour di due o tre giorni.
Vicino a Merzouga c'è un lago che nella stagione umida si riempie di acqua e fenicotteri.

KASBE

kasbah

La kasba è la cittadella o il villaggio fortificato, di solito eretta in una posizione strategica o un po' elevata, per difendersi dalle tribù nomadi.
La "strada delle kasbe" propriamente detta è il tratto che unisce Ouarzazate e Marrakesh, ma se ne possono ammirare anche lungo i fiumi Ziz, Dadés, Todra e Draa.
I fiumi di questa parte del Marocco scorrono tra le rocce rosse della catena dell'Atlante.
Il Todra e il Dadés hanno scavato delle vere e proprie gole; lo Ziz e il Dra invece si snodano nelle loro vallate, bordate da una striscia ininterrotta di oasi verdissime.
Qua e là, su uno spuntone di roccia o un piccolo rilievo, sorgono le kasbe, anticamente abitate da sceicchi e califfi berberi.
La maggior parte di esse è abbandonata e in avanzato degrado, perchè è venuta meno la necessità di difendersi dai nemici ed è più comodo per la gente vivere in basso, vicino al fiume e ai campi coltivati, nelle case rosate in terra cruda che si nasconodono tra le palme. 
Le kasbe affascinano per i giochi di luci e ombre creati da case, terrazzi, cortili, mura merlate.

ESSAOUIRA

mare

Il clima non troppo favorevole (ad aprile è ancora un po' freddino!) e la mancanza di tempo ci hanno "costretto" a dedicare solo una giorno alla costa atlantica, visitando una località molto graziosa: Essaouira. 
La cittadina è cinta da alte mura che racchiudono le due kasbe, la medina e il mellah; tutti gli edifici sono dipinti di bianco con porte e finestre bordate di blu. 
I vicoli sono pieni di negozietti di artigianato e di souvenir, mentre le piazze pullulano di bar e ristoranti di pesce, con tavolini e ombrelloni. 
Il porto è molto animato e offre una bella passeggiata tra barche, pescherecci e reti. 
Nei pressi del porto ci sono diversi stand dove i patiti del pesce possono scegliere tra aragoste, gamberi, granchi, sogliole, seppie e altro, farseli cuocere sul momento alla brace e mangiarseli sui tavolini all'aperto.
La spiaggia di sabbia fine è ampia e costeggiata da un viale su cui si affacciano alberghi e pensioni per tutte le tasche. 
L'unico neo di Essaouira è il vento, generato dall'incontro tra l'aria secca che proviene dal deserto e l'aria umida dell'Atlantico. 
Questa particolare condizione climatica ne fa un paradiso per i surfisti.

mappa

Visualizza l'itinerario in formato PDF

FOTOGALLERIA