Il Rajasthan è un luogo esotico, con le sue fortezze nel deserto e i palazzi dei maharaja, i ricamati templi jainisti e induisti,
gli uomini con gli imponenti turbanti e i carri trainati da dromedari. Ho viaggiato in Rajasthan nel 2004 con un gruppo di amici selezionatissimi!
Non essendo riusciti a trovare un volo su Delhi, abbiamo dovuto ripiegare su Amedhabad.
Questo ci ha costretto ad escludere, per motivi di tempo, la visita di Ajmer e Pushkar.
Essendo un gruppo di 7 persone, abbiamo viaggiato con un pulmino da 10 posti, l'autista e una guida che se la cavava abbastanza bene con l'italiano.
La guida non è certamente indispensabile, anche perchè in India tutti se la cavano un po' con l'inglese, ma ci ha permesso di accelerare i tempi, comunicare perfettamente con l'autista e sperimentare cibi che, lasciati a noi stessi, non avremmo mai osato sperimentare.
Le strade in Rajastan sono buone e non c'è molto traffico.
Si viaggia a una media di 50/60 km/h.
In dicembre fa abbastanza caldo di giorno, ma la sera è piuttosto freddo.
IL SUD
Generalmente un viaggio in Rajasthan comincia da Delhi o da Jaipur.
Noi siamo partiti da Amedhabad, capitale del Gujarat, perchè siamo riusciti a trovare un volo solo su quella destinazione.
La prima sosta è stata Dungarpur, capitale del regno omonimo.
La regione intorno alla città è famosa per essere inospitale per ben cinque ragioni: le rocce, le spine, la scarsità d'acqua, i ladri e il linguaggio sboccacciato degli abitanti!
Il palazzo Udai Vilas, costruito nel XVIII secolo, è stato trasformato in un hotel ed è considerato uno dei palazzi più esuberanti e bizzarri del Rajasthan, per la quantità di decorazioni, chioschi, baldacchini e balaustre.
A 110 km da Dungarpur sorge Udaipur, la città più importante del Mewar meridionale, una regione collinosa e verde.
I maharana di Udaipur erano una delle dinastie più antiche del Rajasthan e dichiaravano di discendere dal sole splendente.
Essi risiedevano nel City Palace, severo all'esterno e riccamente decorato all'interno.
La vista migliore di Udaipur si gode navigando sul Lago Pichola, quando c'è abbastanza acqua da permetterlo.
Il lago artificiale ha alcune isolette su cui si trovano vari monumenti e palazzi.
Il più famoso di tutti è il Lake Palace, una favolosa costruzione in marmo bianco, che pare galleggiare magicamente tra le acque.
Oggi il Lake Palace è un hotel di lusso, ha ospitato molte celebrità internazionali e vi sono state girate alcune sequenze memorabili del film "Octopussy – Operazione Piovra", con Roger Moore nella parte di James Bond.
Costruito nel XV secolo dal leggendario rana Kumbha, il forte di Kumbhalgarh veniva chiamato "l'occhio del Mewar", perchè permetteva di controllare il vicino e aggressivo Gujarat.
Neppure il grande imperatore Moghul Akbar riuscì ad espugnare questa enorme fortezza, la cui cinta muraria si estende a perdita d'occhio e racchiude un'area di circa 80 kmq.
Oggi è possibile visitare solo alcuni dei numerosissimi palazzi e templi, che un tempo si ergevano all'interno del forte.
Tra i pendii degli Aravalli si trova Ranakpur, dove vennero eretti diversi templi jainisti nel corso del XV secolo. Oggi ne restano soltanto quattro, il più imponente dei quali è dedicato ad Adinath.
Il tempio è eccezionale per la sua complessità, lo splendore del marmo bianco con cui è costruito, la ricchezza e la varietà delle decorazioni e degli intagli.
Al suo interno vi si trovano più di 1400 colonne, ciascuna con un disegno decorativo diverso.
Mount Abu sorge sul Lago Nakki, in una vallata tra le montagne, circondata da palmeti e frutteti.
Per secoli fu un importante luogo sacro dei jainisti, che vi costruirono alcuni dei più bei templi in marmo dell'India.
Nel XIX secolo divenne capitale estiva del governatore inglese del Rajasthan; di conseguenza numerosi maharaja costruirono qui alcune residenze, poi trasformate in alberghi.
Oggi Mount Abu è una sorta di Las Vegas indiana, una cittadina sovrappopolata, frequentata da turisti indiani e soprattutto da coppiette in viaggio di nozze.
La principale attrattiva della cittadina sono i templi di Dilwara, costruiti tra l'XI e il XIII secolo.
L'esterno fu lasciato volutamente anonimo e spoglio, per non attirare l'attenzione di ladri e malintenzionati, ma all'interno stipiti, archi, pilastri, nicchie, soffitti sono scolpiti con una ricchezza di motivi e un'abilità sorprendenti.
La leggenda narra che i committenti pagavano gli abili scultori, dando loro tanto oro quanto era il peso della polvere di marmo che rimaneva a terra dopo il loro lavoro!
JODHPUR
Jodhpur è la seconda città del Rajasthan, con circa un milione e mezzo di abitanti. Sorge ai piedi delle mura di Meherangarh, uno dei forti più imponenti e meglio conservati.
È conosciuta come la "città blu" per la tipica colorazione blu delle case.
Molti secoli fa, i bramini della città dipinsero le case di questo colore, dopo aver scoperto che allontanava le zanzare.
Il Meherengarh Fort, o forte maestoso, sorge su una rupe. Per entrarvi si percorre una strada tortuosa e si oltrepassano sette porte. Accanto all'ultima, la Laha Pol, sono scolpite le impronte di numerose mani, a testimonianza del sati (gettarsi nella pira funebre del marito) compiuto dalle maharani di Jodhpur.
Il forte è diviso in tre zone: i cortili esterni, i palazzi del maharaja con le sale di ricevimento, le residenze delle regine. Alcune stanze del palazzo conservano gli arredi originali, atre ospitano il museo.
Uscendo dalla fortezza, si può visitare il Jaswant Thada, cenotafio marmoreo del maharaja Jaswant Singh II e di altri maharaja di Jodhpur.
Nei pressi della torre dell'orologio c'è un affollatissimo bazar dove si vende di tutto.
Fuori Jodhpur abbiamo visitato le fattorie dei Vishnoi.
JAISALMER
La bellissima fortezza di Jaisalmer sorge nel deserto del Thar, su una rupe triangolare. Fu costruita nel 1156 e probabilmente è la seconda più antica fortezza del Rajasthan, dopo Chittaurgarh.
La sua posizione era strategica, in quanto si trovava sulla rotta delle carovane provenienti da Arabia, Persia e Asia centrale e dirette ai mercati di Delhi e del Gujarat.
Questo portò grande ricchezza alla città, come testimoniano le sontuose haveli costruite all'interno della cinta muraria.
Jaisalmer è conosciuta come la "città d'oro", perchè è costruita con la locale arenaria, di colore giallo.
La città è avvolta in un'atmosfera medievale; passeggiando tra i vicoli stretti e tortuosi ci si imbatte nelle mucche sacre, nei bambini che giocano con giocattoli rudimentali, nei venditori di stoffe, argento e pelle.
A circa 43 km da Jaisalmer si trova il Desert National Park. Diverse agenzie turistiche organizzano tour nel deserto del Thar, che includono la visita in un villaggio tipico, il percorso in cammello fino alle dune, il tramonto sulle dune, la cena con danze e musica tipiche, il pernottamento in bungalow o campo tendato.
IL NORD
La fortezza di Bikaner, il Junagarh Fort, è circondata dalle massicce mura medioevali, costruita con la scura arenaria rossa caratteristica della regione.
La parte interna è in ottimo stato di conservazione e le sale mantengono le decorazioni e gli affreschi originali.
Ancora oggi i cammelli svolgono un ruolo importante in questa zona del Rajastan, utilizzati soprattutto come mezzo di trasporto.
Nel 1960 fu aperto un centro per l'allevamento e per la selezione della razza tipica di Bikaner, nota per la sua robustezza e resistenza.
Il centro si trova a pochi chilometri dalla città ed è possibile visitarlo.
33 km a sud di Bikaner, sorge il Karni Mata Temple, uno dei più strani templi dell'India.
Dedicato alla dea protettrice del maharaja di Bikaner, il tempio è abitato da migliaia di topolini, considerati sacri e nutriti dai sacerdoti e dai fedeli con latte e dolci.
Un topolino che cammina sui vostri piedi (rigorosamente senza scarpe) o vedere un topolino bianco sono considerati dei portafortuna; chi invece calpesta un topolino (non è una cosa improbabile) commette un atto gravissimo e deve risarcire il tempio con un'offerta in oro o argento!
A est di Bikaner si trova la regione semidesertica dello Shekhawati.
Questa zona è ben nota per aver dato i natali ai più ricchi commercianti indiani, soprannominati Marwari.
Pur essendosi sparpagliati in tutta l'India e nel mondo, i Marwari continuarono a mantenere un forte legame con la loro terra.
Perciò costruirono nei loro villaggi e città natali come Fatehpur, Mandawa, Nawalgarh, Sikar le loro bellissimehaveli.
Per la precisione, ogni ricco mercante era tenuto a costruire una haveli, un pozzo, una scuola, un caravanserraglio e un tempio.
Tra il XVIII e il XX secolo essi gareggiarono tra loro per possedere la casa signorile più bella e prestigiosa.
La maggior parte delle haveli sono oggi abbandonate o pesantemente rovinate dal tempo, ma alcune sono oggetto di ristrutturazione o sono state trasformate in albergo.
Vale senz'altro la pena dedicare un paio di giorni alla visita di questo incredibile patrimonio artistico e architettonico.
JAIPUR
Jaipur è la capitale del Rajasthan ed ha circa due milioni e mezzo di abianti. È soprannominata la "città rosa", perchè i palazzi della città vecchia sono dipinti con acqua e garoo, un'argilla colorata, sia edificati con arenaria rosata.
Il colore rosa è simbolo di benvenuto.
Il monumento che più di ogni altro rappresenta la città è l'Hawa Mahal, o Palazzo dei Venti, uno stravagante edificio costruito nel 1799, per consentire alle donne della famiglia reale di godere della brezza al tramonto e di poter osservare la vita al di fuori del palazzo.
I ricchi maharaja di Jaipur risiedevano nel City Palace, un misto di architettura rajput e moghul.
Il palazzo merita sicuramente una visita. una foto di rito è quella con le colorate guardie davanti alla porta del pavone (ci sono sempre due guardie a portata di mano, che con una piccola mancia sono disponibili a farsi fotografare).
Purtroppo non c'è verso di farle posare davanti ad una qualsiasi delle altre tre porte del cortile.
Una delle cose migliori da fare a jaipur è gironzolare nei bazar, sempre che si riesca a sopportare il traffico caotico e l'assillante presenza dei mendicanti di strada.
Ma la cosa più fastidiosa sono i venditori di tappeti, tessuti, gioielli che stazionano davanti al Palazzo dei Venti: sono capaci di parlare qualunque lingua del mondo e tentano di tutto per tirarti dentro ai loro negozi.
Nei bazar di Jaipur si possono mangiare kachori e pakora (frittelle di verdura che variano dal molto piccante al piccantissimo) nei banchetti lungo la strada.
Per poche rupie ci si può far decorare le mani con l'hennè; il disegno (se non ci si lava troppo) dovrebbe durare una decina di giorni.
La fotezza di Amber sorge a circa 10 km da Jaipur.
Capitale fino alla costruzione di Jaipur, nel 1727, non fu mai completamente abbandonata.
Per raggiungere l'interno del forte, la maggior parte dei visitatori sale su uno degli 80 elefanti disponibili.
L'esperienza è divertente, anche se veramente turistica.
Ad Amber si possono visitare il tempio di Khali, le sale per le udienze, gli appartamenti delle maharani, la sala degli specchi.
TRADIZIONI
Gli abitanti del Rajasthan, forse per contrastare il paesaggio spoglio e monotono, amano gli abiti coloratissimi.
Molti uomini continuano ad indossare i tradizionali turbanti o safa.
La forma, il colore e la misura variano in base alla posizione sociale del proprietario, dalla zona in cui vive; alcuni tipi di turbante si indossano in particolari occasioni, come il matrimonio o la nascita di un figlio.
Per vedere come si monta un turbante, basta dare una mancia a una guardia della fortezza di Jodhpur o di Jaipur: saranno più che felici di mostrare la tecnica.
Il Rajasthan è un grande produttore di tessuti: ricamati; stampati con stampi di tek; oppure annodati e tinti, utilizzando colori naturali ricavati da minerali e piante.
L'uso delle tecniche antiche e artigianali si può vedere in diversi laboratori di Sanganer, vicino a Jaipur.
La tecnica di Sanganer consiste nell'utilizzare da 4 a 8 stampi per ottenere la stessa figura: ogni stampo aggiunge al disegno un dettaglio di colore diverso.
Tra i tessuti in vendita ci sono sari, odhni (il velo usato dalle donne per coprirsi la testa), copriletti, tovaglie, pasmine, tendaggi, cuscini, sciarpe.
La pittura del Rajasthan è colorata e brillante quanto l'abbigliamento dei suoi abitanti.
Nel forte di Jodhpur si possono ammirare numerose miniature, che ritraggono i maharaja, soprattutto durante le cerimonie religiose e la caccia alla tigre.
Nella fortezza si trova una scuola di pittura, dove si possono vedere dei pittori all'opera e dove vengono spiegati i colori e le tecniche utilizzati.
Un po' in tutto il Rajasthan si possono acquistare miniature, il cui costo dipende dalla pregevolezza del lavoro, dalla grandezza del dipinto e da un sacco di altre cose.
Non essendo un'amante della cucina indiana e in generale dei cibi piccanti, non posso dire che la cucina del Rajasthan mi abbia fatto impazzire.
Alcuni ristoranti sono prettamente vegetariani, ma in generale la scelta della carne si riduce al pollo tandoori e a pochi altri modi di cucinare pollo e montone.
Penso che in India si usino tutte le spezie conosciute sulla terra e tutte contemporaneamente.
Un'ottima scelta per il pranzo sono i pakora alle verdure, i bread pakora e i kachori: si tratta di frittelle con pastelle di vario tipo, con all'interno verdure più o meno speziate, a seconda dei gusti del cuoco.
Un'ottima bevanda calda è il masala tea, tè nero "insaporito" con il cardamomo e "ingentilito" dal latte e da una bella dose di zucchero.
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