Ho viaggiato in Yemen nel 2005. In Yemen si fa un salto indietro nel tempo, quando a San'a, Mareb e Shabwa
si incrociavano le carovane che portavano oro, incenso, avorio e schiavi dall'Africa al Mediterraneo.
Per il suo clima mite e l'agricoltura fiorente lo Yemen fu chiamato dai Romani “Arabia Felix”, in opposizione all'“Arabia desertica” (l'Arabia Saudita) e l'“Arabia Petrea” (la Giordania).
Unificato nel 1990, questo paese possiede un'architettura unica e dei paesaggi che lo rendono una straordinaria meta turistica.
Tuttavia in questi anni ci sono stati numerosi rapimenti di turisti, due sono avvenuti proprio mentre visitavo il paese.
Per questo viaggio ci siamo rivolti ad un'ottima agenzia italiana, la Azalai, che ci ha organizzato un tour comprensivo di alloggi e pasti, auto con autista e guida.
A parte il grave problema dei rapimenti, viaggiare in Yemen è semplice: le strade che raggiungono le mete principali sono quasi tutte asfaltate e in ottimo stato.
I telefoni cellulari ricevono dappertutto.
La rete alberghiera non è molto sviluppata, ma ci sono hotel da tutti i prezzi e i tradizionali funduq.
La cucina yemenita non passerà mai alla storia, ma si può mangiare decentemente.
Un ottimo periodo per visitare lo Yemen è l'inverno.
SANA'A E DINTORNI
San'a è la capitale dello Yemen.
È una città antichissima e secondo la tradizione yemenita fu fondata da Sem, figlio di Noè.
Nonostante il rapido sviluppo urbanistico, la città vecchia è rimasta intatta e, grazie all'UNESCO, sono state avviate diverse iniziative per salvaguardarla.
L'architettura di San'a è unica al mondo e alcune case hanno più di 400 anni.
I piani bassi sono costruiti in pietra basaltica, mentre i piani alti sono in mattoni di fango.
I muri esterni sono ornati da fregi in gesso bianco.
Le elaborate finestre takhrim erano tradizionalmente fatte di pannelli di alabastro, ma negli ultimi anni sono stati sostituiti dal vetro colorato.
Le case a torre hanno 5 o 6 piani e appartengono a famiglie allargate.
Generalmente il primo piano è utilizzato come deposito, dispensa e rimessa per gli attrezzi; al secondo piano c'è la stanza per ricevere gli ospiti; i successivi 2 o 3 piani ospitano le camere da letto; al 5° o 6° piano si trova la cucina, a volte fornita di un pozzo; all'ultimo piano si trova il mafraj, dove gli uomini si riuniscono al pomeriggio per masticare il qat.
La seconda attrattiva di San'a è il suo enorme suq, uno dei più antichi e meglio conservati del mondo arabo.
Attraverso la Bab al Yaman, la "porta dello Yemen", si entra nel Suq al-Mih, il più grande mercato cittadino dello Yemen. Il suq è sempre affollato, soprattutto il giovedì e il venerdì.
Vi si può acquistare di tutto: gioielli in oro e argento, spezie, frutta e verdura, abiti, scarpe, souvenir.
Riprodotta in ogni libro o articolo sullo Yemen, la Dar al-Hajar o casa sulla roccia è diventata il simolo del paese.
Questo palazzo di 5 piani fu costruito intorno al 1930 dall'imam Yahya, che lo utilizzava come residenza estiva.
Il complesso, da tempo proprietà del governo, ha subito dei restauri negli anni '90, ma all'interno è vuoto.
Non si è ancora deciso se verrà utilizzato come residenza del Presidente, come albergo di lusso o come museo.
La Dar al-Hajar si trova nel villaggio di Wadi Dhahr, a circa 15 km da San'a.
A circa 30 km da Wadi Dahrh sorgono Thula e Hababa.
Thula sorge sulla base di una montagna, cinta da mura e con in cima una fortezza che serviva da rifugio in caso di attacco.
Questo tipo di sistema di difesa, diffuso in tutta la zona, protesse per lungo tempo gli Yemeniti dalle invasioni straniere.
Le case a torre sono ben conservate e costruite con la pietra ricavata dalle montagne: da lontano il centro abitato si mimetizza perfettamente con l'ambiente circostante.
Sebbene simili, le case sono diverse l'una dall'altra per i fregi che le abbelliscono.
Diverse cisterne vengono ancora oggi utilizzate per raccogliere l'acqua.
La vicina Hababa merita una visita per la grande piazza, dominata da un'enorme cisterna su cui si affacciano alte case in pietra e dove si lavano gli uomini prima di entrare nella moschea.
A 9 km da Thula sorgono Shibam e Kawkaban, che si trovano nella piccola provincia dell'al-Mahwit, una delle più belle zone di montagna dello Yemen.
Shibam sorge ai piedi del Jabal Kawkaban, una montagna dalla sommità piatta.
Sulla sommità fu edificata l'omonima Kawkaban, nella quale i cittadini di Shibam si rifugiavano nei periodi di crisi.
Diverse cisterne scavate nella roccia e numerosi silos venivano utilizzati per contenere le scorte di cibo e di acqua.
L'antica strada di accesso è ancora percorribile e porta alla piazza del mercato di Shibam in circa 45 minuti (se percorsa in discesa!), coprendo un dislivello di circa 350 metri.
Anche la zona intorno a Manakha ha paesaggi da cartolina.
Le colline e le valli sono coperte da terrazzamenti e sono intensamente coltivate, perchè godono delle piogge monsoniche.
Merita una visita il villaggio-fortezza di Al Hajjara, con le sue altissime case in pietra e le viuzze ripide e strette, piene di bambini e di venditori di souvenir.
Hodeyda cominciò a crescere come porto a partire dal 1830.
Le guerre che devastarono questa zona bloccarono successivamente lo sviluppo della città, che è ripreso negli anni Settanta.
Oggi Hodeyda è il secondo porto e la quarta città dello Yemen.
Dal punto di vista turistico non offre un granchè e il clima è davvero umido.
La cosa più interessante da visitare è lo shark market, il mercato del pesce dove si vendono diversi tipi di squalo.
TAIZ
A Bayt al Faqih abbiamo visitato l'affollatissimo mercato del venerdì, nato nel 1700 per commerciare del caffè.
Oggi si vende di tutto, dai prodotti agricoli al bestiame all'artigianato.
Una zona interessante è quella dove operano i salassatori: in botteghe aperte sulla strada si possono vedere i clienti seduti o stesi su brandine, con alcuni coni applicati sulla schiena nuda.
Circa 37 km a sud di Bayt al Faqih sorge Zabid, una delle città più antiche dello Yemen.
Dal '94 è protetta dall'UNESCO e fu set del film di Pasolini "Le mille e una notte".
Taiz è una delle antiche capitali dello Yemen ed è in una bella posizione, sulle pendici del monte Jabal Sabir.
Domina la città la fortezza di Cairo, attualmente in restauro.
Il mercato centrale di Taiz è la parte più viva della città e vi si può acquistare di tutto.
Jibla, come Taiz, fu un'antica capitale dello Yemen durante il regno della regina Arwa.
La moschea che conserva la sua tomba e l'annessa madrasa sono ancora in funzione.
Le case di Jibla sono in pietra e riccamente decorate.
MAREB
La strada tra San'a e Mareb è una delle più pericolose dello Yemen, perchè è principalmente in questa zona che ci sono stati i rapimenti di turisti, tra cui quello dei 5 italiani il 1° gennaio 2006.
Per percorrere questa strada abbiamo dovuto presentarci ad un posto di controllo verso le 9 del mattino, per poi partire insieme a molti altri gruppi di turisti, scortati da un gruppetto di soldati male in arnese e un pick up che montava una mitragliatrice.
Questa lunga colonna di mezzi ha proceduto fino a Mareb, superando numerosi posti di blocco e fermandosi solo per visitare le rovine di Baraqish.
Baraqish fu la capitale di un antichissimo regno nel 400 a.C.
Le sue mura imponenti alte 14 m sono ancora oggi in gran parte intatte.
Un gruppo di archeologi italiani sta terminando gli scavi dell'antico tempio dedicato ad Attar, il dio principale.
Quando Baraqish perse il ruolo di capitale continuò ad essere abitata per secoli: nuove case furono costruite su quelle cadute in rovina, pietre con antiche iscrizioni vennero utilizzate per riparare le mura.
Mareb è il principale sito archeologico dello Yemen.
Fu capitale del regno di Saba, governato dalla famosa regina che secondo la leggenda fu l'amante o la moglie di Salomone.
I Sabei fortificarono Mareb per difenderla dai numerosi attacchi nemici, tra cui i Romani, che tentarono di conquistarla nel 25 a.C. La città crollò nel II secolo d.C., perse la sua importanza e si ridusse a un piccolo villaggio.
Diversi gruppi di archeologi europei lavorano nei siti della zona.
Tra i luoghi più interessanti da visitare ci sono l'antica e la nuova diga.
Dell'antica diga, che probabilmente risale all'VIII secolo a. C., rimangono solo le chiuse e una parte delle imponenti barriere, che testimoniano le enormi dimensioni dell'opera. A circa due chilometri di distanza sorge la nuova diga, dono dello sceicco di Abu Dhabi Zayed bin Sultan al Nahyan.
Il suo ritratto, insieme a quello del presidente yemenita Salah si possono ammirare all'inizio della diga.
Grazie alla diga la zona di Mareb ha ripreso vita e sono stati avviati numerosi progetti agricoli.
Meritano una visita i resti degli antichi templi sabei del sole e della luna.
Le antiche colonne e alcune parti murarie sono state portate fuori dalla sabbia, che le aveva semi sepolte per secoli.
DESERTO
Una strada asfaltata collega Mareb a Seyoun, ma è più emozionante per i turisti attraversare in fuoristrada il deserto sabbioso del Ramlat Al-Sab'atayn, guidati tra le dune da un pick up di beduini.
Le nostre guide beduine erano simpatiche e conoscevano bene la pista che ci ha portato nell'Hadramaut, una delle zone più belle e interessanti dello Yemen. La traversata richiede circa otto ore.
Sebbene non sia paragonabile alle traversate sahariane, il tragitto è stato interessante e divertente. Il primo luogo che abbiamo visitato, uscendo dalla zona delle dune di sabbia, è Shabwa, antica capitale dell'Hadramaut.
Non ci sono notizie sicure sulle sue origini e la sua storia, ma pare fosse una città ricchissima, circondata da una vasta zona irrigata e coltivata.
Sconfitta dai Sabei e successivamente invasa dalla tribù nomade dei Kinda, Shabwa cadde in rovina.
Poche famiglie oggi vi abitano, guadagnandosi da vivere con l'estrazione del sale.
HADRAMAUT
L'Hadramaut è una delle più vaste e popolate regioni dello Yemen.
Prende nome dal Wadi Hadramaut, una valle molto fertile che si estende da est a ovest per circa 160 km.
Gli hadramiti sono gli inventori delle case a torre, fatte esclusivamente di mattoni di fango, secondo una tecnica rimasta immutata nei secoli.
Ancora oggi il cemento viene usato con molta parsimonia.
In inverno si assiste alla fabbricazione dei mattoni di fango.
Il fango umido viene mescolato con un po' di paglia e modellato con uno stampo di legno.
I mattoni per i piani bassi sono più spessi, quelli per i piani alti sono più sottili.
Shibam è uno spettacolo, soprattutto al tramonto che si gode dall'altura di fronte.
La parte vecchia è formata da circa 500 edifici, alti 6/7 piani e stipati l'uno vicino all'altro.
Negli anni '80 ha ricevuto notevoli fondi dall'UNESCO, che sono stati utilizzati per riparare gli edifici danneggiati dalle inondazioni che di tanto in tanto la colpiscono.
Passeggiando tra i vicoli so possono ammirare le porte finemente intagliate e le grate in legno delle finestre, che sono una diversa dall'altra.
Sayun è la città più grande della zona e si trova nel mezzo del Wadi Hadramaut.
Il suo soprannome è "la città con un milione di palme" e in effetti è al centro di una zona intensamente coltivata.
Il monumento principale di Sayun è il Palazzo del Sultano, un gigantesco edificio intonacato di bianco e adibito a museo.
A 35 km est di Sayun si trova Tarim, ricca di moschee e di palazzi costruiti negli anni '30 dai ricchi emigranti yemeniti, che avevano fatto fortuna soprattutto nell'isola di Java.
Lungo la strada tra Shibam, Sayun e Tarim si incontrano numerose donne al lavoro nei campi, infagottate nei burka neri e con il curioso cappello tradizionale in paglia.
Vale assolutamente la pena addentrarsi nel Wadi Hadramaut per visitare Al Hajjarain, Wadi Do'an e Sif.
La strada asfaltata nel letto del Wadi si snoda per chilometri e chilometri tra oasi di palme, aspre montagne, canyon e villaggi di fango.
MUKALLA
Al Mukalla è un porto fiorente e un importante centro per la pesca.
La città è molto antica: in passato si chiamava Qana ed era un importante porto per il commercio con l'Africa e l'India.
In modo particolare, si commerciava l'incenso, che veniva prodotto in tutto l'Hadramaut.
Oggi gran parte delle vecchie case è stata demolita e sostituita da case in cemento.
Sebbene abbia perso le vestigia del suo passato e, quindi, gran parte del suo fascino, Al Mukalla ha un interessante mercato del pesce e il mercato delle donne, chiamato così perchè un tempo era gestito e frequentato solo da donne.
In effetti ancora oggi ci sono alcune venditrici e numerose clienti, a differenza di altri mercati yemeniti, dove la presenza femminile è scarsissima.
Dall'aeroporto di Riyan, a 25 km dalla città, partono voli per San'a e per Soqotra.
Visualizza l'itinerario in formato PDF